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Convicts Upskilling Pathways Project: un incontro transnazionale a Cipro per approfondire esperienze virtuose sul campo

Vanessa Marotta

I partner europei del progetto CUP si sono incontrati a Nicosia, Cipro, il 5 e 6 ottobre per finalizzare i corsi di formazione innovativi che saranno sperimentati nelle sei carceri europee coinvolte.

L’incontro transnazionale ha offerto l’opportunità di porre solide basi per il progetto CUP le cui attività educative si svolgeranno all’interno delle carceri in Italia, Grecia, Cipro e Paesi Bassi.

Il progetto prevede di sviluppare moduli di formazione per i detenuti al fine di allineare al meglio l’istruzione ai bisogni e alle opportunità offerte dal mercato del lavoro. Saldatura, falegnameria, cucito/moda donna e molti altri sono i corsi offerti sulla base di un insieme di competenze (competenze di base, competenze trasversali e competenze tecniche) sviluppate per ogni sottocategoria del gruppo target (donne, uomini e giovani detenute ). Inoltre CUP si fonda anche sull’idea di unire le varie componenti del sistema educativo in carcere (amministrazione, enti di formazione, operatori dell’istituto) armonizzando le pratiche e mettendole a punto grazie alla solida esperienza degli operatori.

Come affermato dal professor Mario Vryonides dell’Università Europea di Cipro, che da molti anni ricerca e indaga sul tema dell’educazione in carcere: “Studi hanno dimostrato sia in Europa che negli Stati Uniti che l’istruzione dei detenuti è un importante fattore predittivo per impedire la recidiva dopo il rilascio. L’istruzione affronta problemi che hanno contribuito a deviare dai comportamenti tradizionali e questo perché hanno abbandonato la scuola, perché non potevano mantenere un lavoro stabile o perché erano coinvolti in attività illegali. L’istruzione è una sfida e non possiamo progettare un singolo programma, dobbiamo fornire un approccio individualizzato. Ogni detenuto è in un certo senso una classe”.

Nel fornire tale formazione la metodologia CUP include lo sviluppo di un ruolo proattivo dei detenuti per il loro empowerment al di là delle abilità pratiche, lavorando altresì su autostima, attraverso la (ri)scoperta e il rafforzamento di attitudini e capacità individuali.

 

L’incontro transnazionale a Cipro è stata l’occasione per visitare la prigione di Cipro. Con circa 800 detenuti rappresenta oggi un sistema riabilitativo europeo all’avanguardia.

L’approccio human centered utilizzato nella prigione di Cipro ha portato a una riduzione dei tassi di recidiva, ha affermato la sua direttrice Anna Aristotelous durante la visita: «da quando ho assunto più di sei anni e mezzo fa la direzione negli ultimi anni il numero dei recidivi è sceso da oltre il 50% al 13%».

Nel carcere di Cipro viene data particolare attenzione alla formazione del personale e alle offerte educative per i detenuti con investimenti di bilancio dedicati alla promozione della riabilitazione della vita delle persone.

La volontà della prigione di Cipro di trasformare l’ambiente carcerario da punitivo a educativo è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa e i programmi educativi sono stati riconosciuti dall’EUROPRIS European Prison Regime Forum for Prison Education nel 2017 e nel 2018.

Il Direttore ha anche menzionato altri elementi in cui il carcere è stato riconosciuto per le migliori pratiche messe in campo quali: il trattamento dei gruppi vulnerabili e dei migranti, l’aumento dei contatti tra i detenuti e le loro famiglie anche attraverso la disponibilità di comunicare tramite Skype, la promozione dello sport e la possibilità di partecipare ad altre attività ricreative e di beneficenza, compresa la creazione di una compagnia teatrale all’interno della struttura. Sono state create otto palestre per i detenuti e una per il personale, che operano sotto la supervisione quotidiana di insegnanti di sport dell’Associazione sportiva di Cipro.

«Per rendere ancora più significative e importanti queste azioni, il Carcere partecipa attivamente a progetti europei per continuare a rafforzare il proprio approccio attraverso lo scambio e la condivisione», afferma la Direttrice.

Grazie a questo spirito europeo di condivisione il progetto CUP continuerà a migliorare i propri percorsi educativi nell’ottica di raggiungere prospettive occupazionali a medio e lungo termine per le donne e gli uomini detenuti nelle carceri europee al fine di favorire il loro completo reinserimento sociale.