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La formazione in carcere per favorire l’occupabilità…ma non solo!

Vanessa Marotta

La fase di sperimentazione del progetto Cup è iniziata e conferma un anno molto produttivo per il progetto Europeo CUP.

Nonostante le grandi difficoltà del momento, le carceri europee coinvolte in Italia, Cipro, Olanda e Grecia hanno continuato la loro missione di promuovere un’istruzione accessibile e inclusiva per supportare concretamente l’occupabilità dei detenuti.

La prospettiva di progettazione educativa del sistema penitenziario può prendere forma solo attraverso un percorso pedagogico che permetta un reale ampliamento del campo di esperienza, operando verso la costruzione di condizioni che possano consentire alla persona di ripensare al Mondo e al proprio ruolo in esso.

Il processo di (ri)strutturazione dell’identità richiede di partire da se stessi e dalle esperienze di vita superiori, assumersi responsabilità e ridefinire obiettivi a breve, medio e lungo termine, implicando la partecipazione ad attività di cura volte a segnare una significativa transizione pedagogico-esistenziale.

Con questa visione, Claudia Ducange della Fondazione Arti e Mestieri Casa di Carità e Responsabile del progetto CUP per il Carcere di Torino afferma: “Non tutti coloro che frequentano corsi di formazione professionale in carcere hanno la consapevolezza che il corso è un investimento per il proprio futuro e per creare opportunità di avere un lavoro qualificato. Con il progetto CUP abbiamo lavorato affinché questa consapevolezza aumentasse e con essa anche la motivazione e la partecipazione delle detenute alla formazione. I docenti coinvolti hanno fatto molti sforzi per far sì che, accanto alle competenze tecniche, vi fossero anche le soft skills e le competenze di base che offrano un profilo professionale completo che renda una persona spendibile nel mercato del lavoro (dal modulo formativo tecniche di cucina presso Casa Circondariale Lorusso e Cutugno)”.

I moduli formativi CUP, basati sull’acquisizione di competenze tecniche integrate con competenze trasversali e di base, mirano a migliorare le potenzialità dei detenuti di aumentare la loro occupabilità a medio-lungo termine, ma anche il loro benessere psico-sociale.

Electra Diakolabrianou, della prigione di Epanodos in Grecia, racconta: “Abbiamo davvero osservato una trasformazione in alcuni dei partecipanti: le loro abilità sociali sono migliorate, hanno preso molto sul serio la formazione e ci hanno investito, e un cambiamento significativo nel loro atteggiamento e per avere maggiore fiducia in se stessi; hanno imparato a collaborare, hanno scoperto capacità che non sapevano di avere e alcuni di loro hanno persino mostrato di avere qualità di leadership (dal modulo formativo per costruire materassi nella prigione di Epanodos).”

I moduli formativi del progetto CUP proseguiranno nel 2022 offrendo a tutti i detenuti europei coinvolti l’ambizione concreta di un futuro migliore possibile e, dopo la fase di sperimentazione, il Progetto passerà ad agire in termini di advocacy grazie a un manuale che sarà pubblicato nelle prossime settimane.

Tutto il team del progetto CUP augura a tutti Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

Ecco alcuni scatti che raccontano alcuni dei momenti formativi in ​​Italia e Grecia.